Sabato 22 Settembre dalle 16 alle 20 sarà nostro ospite un referente della pregiatissima Cantina Stroppiana

Si potranno degustare molti degli vini della cantina, chiaccherare con chi ne segue tutti i giorni la produzione dalla vigna alla bottiglia… …scoprendo segreti ed aneddoti.

In contemporanea vi sarà una degustazione di prodotti tipici siciliani.

L’evento è come sempre gratuito.

La Cantina

La nostra cantina è situata in una piccola frazione di La Morra, Rivalta. Qui sorgeva la quattrocentesca chiesa di San Giacomo da cui il nome di uno dei tre nostri Baroli. Coltiviamo in totale circa 5,5 ettari, alcuni di proprietà e alcuni in affitto, localizzati anche nei comuni di Verduno e Monforte

Dario – Il papà

La mia famiglia avviò l’azienda vitivinicola negli anni sessanta con mio nonno materno Giuseppe e mio papà Oreste.

Ho imparato i lavori in vigna fin da bambino con nonno e ho frequentato poi un istituto agrario quindi posso asserire di aver imparato sia dall’esperienza pratica che grazie alla cultura dei libri.

La grande passione per la vigna e per le Langhe ci porta ad avere un approccio attento e scrupoloso, sia in vigneto che in cantina. Una strategia di lavoro pulita e lineare consente ai vini a rappresentare bene tutte le potenzialità e sfumature dei vari cru e posizioni.

Stefania – La mamma

Affianco mio marito nel suo lavoro; sono figlia di agricoltori e anche io posso vantare esperienza consolidata fin dall’infanzia avendo sempre aiutato i miei genitori. Dopo anni di lavoro come infermiera, grazie a cui ho conosciuto mio marito, ho deciso di impegnarmi a tempo pieno per consolidare e far crescere l’azienda Stroppiana. Sono nata a Monforte e ho così offerto a Dario la fortunata opportunità di produrre il Barolo Bussia, cru famoso fra gli intenditori…è nato prima l’amore per me o per i vigneti che gli porterò in eredità?!

Io adoro potare e penso che nessun’altro oltre a noi della famiglia metterà le mani sulle nostre vigne per effettuare questo lavoro invernale. Può capitare di aver bisogno durante la primavera e l’estate di aiuto nei vigneti, quando la crescita dei tralci e più veloce di noi, ma è mia cura seguire il personale delle cooperative esterne che saltuariamente ci affianca.

Leonardo – Il figlio

Dopo la laurea in “Management della comunicazione e informazione aziendale” ho deciso di vivere un’esperienza lavorativa all’estero con l’intenzione di tornare poi ad aiutare la famiglia. Sono fiducioso che il mio titolo di studio associato a questa esperienza potranno essermi utili per il mio futuro in azienda.

Posso intanto vantare di avere un Barolo e me dedicato.

Altea – La figlia

Mi sono diplomata in un istituto artistico dove ho scoperto la mia passione per la scultura; ma crescendo ho capito la mia affezione alla terra, ai vigneti e alla cantina. Qui si dice “la terra è bassa”, lo so bene, ma non ne sono spaventata. E’ mia cura imparare tutte le fasi lavorative, sia all’aperto che nel chiuso della cantina, dalla potatura alla vendemmia, pigiatura, fermentazioni, svinatura, travasi e imbottigliamenti; mi piace lavorare all’aperto malgrado a volte possa essere estremamente caldo o freddo.

Anche io, come mio fratello, ho un vino a me dedicato: la Barbera d’Alba Superiore. Non mi sento meno importante perché non è un Barolo …..finché non abbiamo iniziato a produrre la Nascetta era l’unico vitigno al femminile !!

 

I Vini

Barolo San Giacomo

VITIGNO:  Nebbiolo 100%

TERRENO:  di medio impasto tendente all’argilloso

VIGNETI:  situato in località San Giacomo, Rivalta di La Morra

ESPOSIZIONE:  Est

ALTITUDINE:  400 mt S.L.M.

ANNO DI IMPIANTO:  1962

RESA PER ETTARO:  50/60 Quintali

VINIFICAZIONE:  si vendemmia a metà ottobre. Il mosto fermenta sulle vinacce per un tempo che varia dai 10 ai 15 giorni ad una temperatura controllata che non supera i 30°C. Si effettuano almeno 4/6 rimontaggi giornalieri.

AFFINAMENTO:  alla fine della fermentazione il vino viene trasferito in barriques dove invecchia per 12 mesi, quindi viene assemblato in una botte di rovere francese da 20/25 ettolitri per altri 12 mesi. Viene imbottigliato al terzo anno nel mese di agosto e matura ancora 10/12 mesi in cantina prima di essere immesso sul mercato.

GRADAZIONE ALCOLICA:  14/15% vol

PRODUZIONE MEDIA ANNUALE:  1700 bottiglie

DEGUSTAZIONE

COLORE:  rosso rubino con un giusto e caratteristico riflesso granato

PROFUMO:  intenso con piacevole sentore di sottobosco variegato da note speziate e di tabacco e caratterizzato da grande finezza e compostezza.

GUSTO:  asciutto, caldo, vellutato, impatto intenso, pieno ma armonico, giustamente tannico. Avvolgente, persistente e di piacevoli sensazioni nel retrogusto

ABBINAMENTI ENOGASTRONOMICI:  Cacciagione, carni rosse, brasati cotti nello stesso vino, formaggi stagionati

 

Barolo Leonardo

VITIGNO:  Nebbiolo 100%

TERRENO:  di medio impasto tendente all’argilloso

VIGNETI:  località Rivalta di La Morra e Verduno

ESPOSIZIONE:  Sud/est

ALTITUDINE:  400 mt s.l.m.

ANNO DI IMPIANTO:  1996 – 1999 – 2000

RESA PER ETTARO:  50/60 quintali

VINIFICAZIONE:  si vendemmia a metà ottobre. Il mosto fermenta sulle vinacce per un tempo che varia dai 10 ai 15 giorni ad una temperatura controllata che non supera i 30°C. Si effettuano almeno 4/6 rimontaggi giornalieri .

AFFINAMENTO:  alla fine della fermentazione il vino viene trasferito in barriques dove invecchia per 24 mesi. Dopo un assemblaggio di alcuni mesi in botti grandi di rovere francese viene imbottigliato al terzo anno nel mese di agosto e matura ancora 10/12 mesi in cantina prima di essere immesso sul mercato.

GRADAZIONE ALCOLICA:  14/15% vol.

PRODUZIONE MEDIA ANNUALE:  13.000 bottiglie

DEGUSTAZIONE

COLORE:  rosso rubino con un giusto e caratteristico riflesso granato.

PROFUMO:  intenso con piacevole sentore di sottobosco variegato da note speziate e di tabacco e caratterizzato da grande finezza e compostezza.

GUSTO:  asciutto, caldo, vellutato, impatto intenso, pieno ma armonico, giustamente tannico. Avvolgente, persistente e di piacevoli sensazioni nel retrogusto.

ABBINAMENTI ENOGASTRONOMICI:  cacciagione, carni rosse, brasati cotti nello stesso vino, formaggi stagionati.

 

 

Barolo Bussia 

 

VITIGNO:  Nebbiolo 100%

TERRENO:  di medio impasto tendente all’argilloso

VIGNETI:  località Bussia di Monforte d’Alba

ESPOSIZIONE:  Sud

ALTITUDINE:  400 mt s.l.m.

ANNO DI IMPIANTO:  1992

RESA PER ETTARO:  50/60 quintali

VINIFICAZIONE:  si vendemmia a metà ottobre. Il mosto fermenta sulle vinacce per un tempo che varia dai 10 ai 15 giorni ad una temperatura controllata che non supera i 30°C. Si effettuano almeno 4/6 rimontaggi giornalieri.

AFFINAMENTO:  alla fine della fermentazione il vino viene trasferito in grandi botti di rovere di Slavonia dove invecchia per due anni.Viene imbottigliato al terzo anno nel mese di agosto e matura ancora 10/12 mesi in cantina prima di essere immesso sul mercato.

GRADAZIONE ALCOLICA:  14/15% vol.

PRODUZIONE MEDIA ANNUALE:  4000 bottiglie

DEGUSTAZIONE

COLORE:  rosso rubino con un giusto e caratteristico riflesso granato.

PROFUMO:  intenso con piacevole sentore di sottobosco variegato da note speziate e di tabacco e caratterizzato da grande finezza e compostezza.

GUSTO:  asciutto, caldo, vellutato, impatto intenso, pieno ma armonico, giustamente tannico. Avvolgente, persistente e di piacevoli sensazioni nel retrogusto.

ABBINAMENTI ENOGASTRONOMICI:  cacciagione, carni rosse, brasati cotti nello stesso vino, formaggi stagionati.

 

 

Barolo Bussia Riserva

VITIGNO:  Nebbiolo 100 %

TERRENO:  elveziano, calcareo con arenaria

VIGNETI:  località Bussia di Monforte d’Alba

ALTITUDINE:  400 mt s.l.m.

ANNO DI IMPIANTO:  1990

RESA PER ETTARO:  50/60 quintali

VINIFICAZIONE:  si vendemmia verso metà/fine ottobre. Il mosto fermenta sulle vinacce per un tempo che varia dai 10 ai 15 giorni ad una temperatura controllata che non supera i 30° C. Si effettuano almeno 4 / 6 rimontaggi giornalieri.

AFFINAMENTO:  a fine fermentazione il vino viene trasferito in serbatoi di acciaio per la decantazione e lo sfecciamento che avviene mediante frequenti travasi. Viene poi trasferito in grandi botti di Rovere di Slavonia dove rimane, come da disciplinare, 36 mesi. A fine invecchiamento in legno viene trasferito in una vasca di acciaio per alcuni mesi dopodichè sarà imbottigliato col caldo, solitamente nell’ estate precedente la messa in commercio.

GRADAZIONE ALCOLICA:  14/14,5% vol.

PRODUZIONE MEDIA ANNUALE:  1800 bottiglie

DEGUSTAZIONE

COLORE:  rosso rubino con riflessi granati.

PROFUMO:  intenso e profondo, con evidenti sentori di sottobosco, di spezie dolci, di tabacco e di cacao. Con l’invecchiamento emergono note di tartufo bianco e goudron.

GUSTO:  Asciutto, potente, vellutato, giustamente tannico. Fa della persistenza gustativa e dello spiccato retrogusto avvolgente e caldo le sue principali peculiarità.

ABBINAMENTI ENOGASTRONOMICI:  selvaggina, formaggi stagionati e cioccolato fondente. Possiamo anche definirlo vino da meditazione da degustare, perché no, con un buon sigaro!

 

Curiosità

Nebbiolo – Il nobile progenitore dei più grandi rossi piemontesi

È uno dei vitigni più antichi: risale al 1200. E’ il nobile progenitore dei più grandi rossi piemontesi – Barolo, Barbaresco, Gattinara – e di una schiera di altri vini in Piemonte, Lombardia (Valtellina) e Val d’Aosta. Si vinifica in purezza. E’ un simbolo della viticoltura italiana. Il Nebbiolo è senza dubbio una delle uve autoctone italiane più aristocratiche e conosciute. Sebbene alcuni sostengano che il Nebbiolo abbia avuto origine nelle zone collinose intorno alla città di Alba, documenti recenti risalenti al 1200 già lo vedono citato lungo la via Francigena che da Torino, attraverso la valle di Susa, saliva fino al Monginevro. La presenza di tanti monasteri aveva favorito la coltura della vite poiché il consumo di vino dei viandanti era considerevole. Molto spesso commercianti e pellegrini che qui transitavano portavano con sé, quali merci di scambio, barbatelle di viti: tra queste, molto probabilmente, anche quelle di nebbiolo. E’ un’uva tardiva che viene raccolta verso metà Ottobre o anche a Novembre, quando la nebbia autunnale percorre le valli; proprio per questo si ritiene che l’origine del nome Nebbiolo derivi da nebbia.

Per ottenere un Nebbiolo di alta qualità è necessario che le viti vengano impiantate nei versanti delle colline con esposizione sud, sud est e sud ovest, mai nel fondovalle, al riparo dalle gelate e dai freddi di primavera. E’ sensibile agli sbalzi improvvisi di temperatura e trae vantaggio dalle oscillazioni tra giorno e notte in fase di maturazione. La ricchezza di tannini della sua buccia richiede posizioni collinari ben esposte al sole fra i 200 e i 450 m. s.l.m. in modo tale da ottenere una perfetta e massima maturazione dell’uva. Metodo antico e alternativo alla bussola per individuare le migliori esposizioni consiste nell’osservare i versanti della collina dove si scioglie prima la neve.

Il Nebbiolo si distingue per un ciclo vegetativo molto lungo, germoglia molto precocemente e perde le foglie per ultimo: è questo il motivo per cui riesce a produrre vini di personalità molto particolare. Le zone in cui viene coltivato con successo si trovano nelle regioni più a nord dell’Italia: in particolare il Nebbiolo collinare viene ottenuto in Piemonte, mentre il Nebbiolo di montagna cresce in Valle d’Aosta e in Lombardia (Valtellina). Il Nebbiolo è il più importante vitigno rosso del Piemonte ed è la componente primaria in quattro DOCG della regione. Le vigne più famose sono oggi in Langa, dove i il terreno è in massima parte calcareo, con aggiunte variabili di sabbia e creta. C’è anche qualche vino prodotto in altre parti del mondo, con risultati molto particolari, a volte stravaganti e non sempre di interesse. Motivo questo per cui il Nebbiolo si può definire autoctono puro in quanto al di fuori della sua zona di origine non riesce ad esprimersi al meglio delle sue potenzialità.

Non esiste un vitigno Barolo ma un vitigno nebbiolo.

La zona del Barolo si trova sulle dolci colline del Piemonte. I vigneti e le cantine sono famosi da tempo per la produzione alcuni fra i migliori vini rossi Italiani, principalmente dal vitigno marchio della regione, il Nebbiolo da cui il fragrante, tannico Barolo così riverito che fu uno dei primi tre vini premiati con lo status di DOCG quando la classificazione fu introdotta nel luglio 1980. Il suolo e il microclima variano lievemente tra questi comuni creando sottili differenze fra i vini prodotti dai diversi vigneti ( sebbene bisogna ricordare che l’abilità e le preferenze di ogni produttore hanno una significativa influenza su queste differenze ). La specificità dei caratteri organolettici derivante dalla vinificazione in purezza di un singolo cru o sottozona è una valenza qualitativa insostituibile: ogni comune della zona del barolo ha i suoi che sono sempre ben evidenziati sulle etichette.

A Castiglione Falletto, Serralunga e Monforte i vigneti sono piantati in un terreno meno compatto e fertile, Elveziano, che include sia arenaria che calcare. Questo porta a vini dal colore mattonato, più intensi, con una maggiore struttura e che richiedono un maggiore tempo di invecchiamento. A Serralunga Vigna Rionda, Gabutti….. a Monforte troviamo il Bussia e ancora Ginestre, Santo Stefano di Perno… In generale vini ricchi di gradazione alcolica, di sostanze estrattive, di elevata struttura, di colore, pieni, rotondi, robusti e di ottima longevità sia in botte che in bottiglia.

In La Morra e Barolo il suolo contiene un’alta concentrazione di calcare – ricche marne tortoniane. I Baroli dallo stile più aromatico e fruttato arrivano da questo tipo di suolo. La Morra è considerata per la produzione dei più profumati ed eleganti Barolo, mentre quelli da Barolo tendono ad essere un po’ più complessi e con un’ampia struttura. (COPYRIGHT, WINE SEARCHER. COM) – A Barolo abbiamo i Cannubi con profumi e struttura ai massimi livelli, viene considerato il cuore del Barolo in quanto è stata ritrovata un etichetta risalente al 1751. A La Morra famosi sono Cerequio, Brunate, Rocche e Monfalletto con profumi invidiabili per finezza ed eleganza inimitabili.

Affascinante è il paese di La Morra, che domina fra una successione di morbide colline vitate, mentre uscendo dal paese tra i declivi, tra una suggestiva cornice di colori e profumi si arriva a Rivalta. Dario si sta dando da fare per rendere famoso anche il suo San Giacomo: generalmente si apre con una girandola di profumi intriganti in cui si mescolano fiori e frutti rossi, note di corteccia e di tabacco dolce. All’assaggio è pieno, concreto, con un tannino scandito, apre e chiude in una bocca avvolgente di frutta matura. Di corpo, freschezza e sapidità si rincorrono su una lunga persistenza.

 

Langhe, terra caratterizzata da straordinaria fecondità

II termine Langhe oggi indica all’incirca il territorio collinare, alto fra 450 e 800 metri, compreso tra i fiumi Tanaro e Bormida: terra caratterizzata da straordinaria fecondità. Si possono considerare geologicamente come un prolungamento dell’Appennino Settentrionale. Il suolo è composto principalmente da marne, argille , calcare e arenarie facilmente erodibili, nelle quali le acque hanno scavato una fitta rete di valli e vallette. Langhe è un territorio che al suo interno possiede una varietà di suoli non comune in nessun altro areale viticolo Italiano e forse del mondo. Il numero elevato di vitigni coltivati trova giustificazione nel complesso panorama pedo-climatico delle Langhe, dove abbiamo suoli a volte miscelati tra loro in maniera unica. Per comprendere il significato del termine “Langhe” possiamo risalire a differenti interpretazioni degli studiosi: esiste ad esempio chi lo deduce dal latino “linguae” , termine che indicherebbe le strade dalla tipica forma che ricorda tante lingue. Per alcuni la derivazione sarebbe invece celtica e deriverebbe dal termine “landu” o “londe” caratterizzante una regione desertica e boschiva. Ha preso inoltre consistenza l’ipotesi di un’origine ligure dei nome, da “lanca” che starebbe ad indicare un ’ insieme di colline o avvallamenti. I centri abitati sono posti in genere in posizione elevata e sono caratterizzati dalla presenza di castelli e torri difensive. Alba può essere considerata come il capoluogo della regione che è intensamente coltivata a vigneto e dà vini rinomati, come il dolcetto, il barbera, il barolo, il nebbiolo, il moscato ed altri. Celebre anche il Tartufo bianco di Alba, per il quale ogni anno si tiene una fiera appositamente dedicata che richiama numerosissimi visitatori anche oltre i confini nazionali.